Il 14 ottobre si è svolta la valutazione delle ipotesi di progetto per la riqualificazione del Parco michelotti di Torino, ma a rispondere al bando indetto dal Comune di Torino è stata la sola proprietà di Zoom Torino – Zoom in progress srl e Zoom Torino spa – con una proposta che comporterebbe un investimento da 15 milioni di euro. Immediata levata di scudi da parte del “Coordinamento No Zoo”, che riunisce ben 11 associazioni contrarie a questa tipologia di struttura, nonostante le rassicurazioni fornite dall’AD di Zoom Torino Gianluigi Casetta: “Certamente non porteremo qui animali esotici”.
La concessione, una volta valutata da parte del Comune di Torino la validità della proposta, sarebbe di 30 anni e in questo modo la città potrebbe riscoprire questo spazio verde di 32.000 mq. che verrebbe suddiviso in 2 aree distinte; una pubblica e l’altra a pagamento. Al suo interno, questo si evince dal progetto presentato, verrebbe collocata una zona con animali della fattoria, un rettilario e una casa delle farfalle, oltre a vari giochi per i bambini.
Viste le dichiarazioni di Luisa Avetta, membro del Coordinamento no Zoo, che riferisce dell’inutile tentativo effettuato – 643 firme – per inserire nel bando una clausola che vietasse l’inserimento di qualsiasi tipo di animali vivi, stiamo per assistere ad un’altra querelle come quella della vicina Mediapolis? Nelle prossime settimane – o mesi, o anni, dal momento che ci troviamo in Italia – si potrà avere un quadro più completo della situazione.
Leggi l’articolo originale “Zoom City”: una fattoria urbana a Torino? su Parksmania.