Intervista a Marty Sklar, per 30 anni a capo dei Disney Imagineers

Da un articolo di Jak Phillips, giornalista di Attractions Management (traduzione a cura di Monica Ternelli):

Ci sono poche persone che hanno giocato un ruolo chiave nel successo Disney come Marty Sklar. Durante i suoi 54 anni di carriera, cominciata come scrittore dei racconti di Walt Disney per arrivare a essere il realizzatore delle sue visioni, Marty Sklar ha avuto una parte importante nell’apertura di tutti gli 11 parchi Disney nel mondo. Quando si è ritirato per la pensione nel 2006, ricopriva da 30 anni la carica di capo di Disney Imagineering, e l’ex presidente di Disneyland International, Jim Cora, lo ha definito “il custode delle chiavi”, cioè qualcuno che capiva perfettamente la filosofia Disney perchè l’aveva appresa direttamente da Walt.

Sklar era stato assunto per scrivere le relazione di marketing per Disneyland nel 1955, quando era ancora studente alla UCLA. Lavorare a stretto contatto con Disney gli instillò il senso del “DNA Disney”, che trasmise poi ai suoi Imagineers attraverso la dottrina dei “10 Comandamenti di Mickey”.

walt+fair+64“Mentre imparavo a scrivere cose che sembrassero scritte da Walt Disney, trovai un piccolo libro intitolato Words to live by (parole da vivere). Era degli anni ’40 e c’era un articolo di Walt intitolato Take a Chance (corri il rischio). Capii che era la filosofia di Walt correre il rischio. Era veramente uno che correva grandi rischi. Tutti pensavano che Disneyland sarebbe stata un disastro, che non avrebbe mai funzionato. Ma Walt ci credeva così fermamente che convinse la gente che avrebbe funzionato, compresi i banchieri, e alla fine è il motivo per cui siamo tutti in questo settore oggi. Walt non era interessato a quello che aveva fatto ieri, ma solo a quello che avrebbe fatto oggi e domani. Quindi abbiamo sempre dovuto crescere per tenere il passo con lui e questa è stata una grande sfida e una grande opportunità”, ha detto Sklar.

Essendosi distinto come scrittore, Sklar salì velocemente tra le file dei creativi e diventò capo del settore Imagineering nel 1974. Da questa posizione presiedette all’espansione senza precedenti, portando il numero dei parchi Disney da 2 a 11. Durante tutto questo periodo, Sklar afferma che motivare i suoi colleghi creativi era l’aspetto più importante del suo lavoro. “Era fondamentale infondere fiducia in se stessi e immaginazione all’interno del team. Ho sempre detto che ci sono due modi di guardare un foglio di carta bianco: può essere la cosa più spaventosa al mondo o la più grande opportunità. Bisogna saper portare la gente a vedere la possibilità di far correre l’immaginazione e creare cose nuove”.

Quando avviene la magia

Per quanto riguarda il processo creativo, Sklar è convinto che avere un quadro degli scopi e degli obiettivi sia fondamentale per mantenere il team concentrato. “A volte abbiamo avuto davanti un pezzo di carta bianca e abbiamo dovuto trasformarlo in un parco a tema. Quando abbiamo cominciato con Epcot, avevamo il concept di Walt di una città, ma trasformarlo in un parco è stata una sfida enorme che ci ha impegnato per 8 anni. Devi capire dove stai andando e motivare la gente intorno a te per aiutarti a raggiungere il tuo obiettivo. Come leader creativo, ero concentrato a fare in modo che i collaboratori seguissero le basi che avevamo posto e arrivassero a comprenderle e a farle proprie. Se hai un team di persone di talento, una volta che capiscono in che direzione stai andando, loro rispondono. Ed è allora che avviene la magia”.

walt ford pavillionNonostante il fatto che il team degli Imagineers stesse effettivamente creando i parchi a tema da degli schizzi, non c’era posto per egoismi individuali o per chi riposava sugli allori. Sklar incoraggiava sì a prendersi dei rischi, ma ricordava sempre ai suoi colleghi che alla Disney “c’è solo un nome sulla porta” e che se volevano il proprio nome sotto i riflettori, avrebbero dovuto guardare da altre parti. Non era come nel mondo dello spettacolo, non c’era gloria individuale: gli Imagineers avevano le loro soddisfazioni contribuendo al successo di tutto il team.

Ma c’era una grande ricompensa. “Ciò che a tutti piaceva più di tutto, era guardare la gente che entrava nei parchi e si divertiva con le proprie famiglie. Ragazzi! Questa è una grande soddisfazione, vedere come la gente si diverte con qualcosa che tu hai contribuito a creare”.

La Disney fu in grado di espandere il suo impero dopo il lancio di Walt Disney World nel 1971, grazie ai capitali che fu in grado di ottenere attraverso collaborazioni commerciali. I semi di questa strategia, rivoluzionaria per le attrazioni di quell’epoca, erano stati gettati già nel 1964 con la partecipazione di Disney da protagonista all’Esposizione Universale di New York. Come Sklar ha raccontato durante la conferenza a IAAPA 2014, per celebrare il 50° anniversario dell’Esposizione, il team degli Imagineers produsse 4 grandi padiglioni per aziende sponsor: Ford, General Electric, Pepsi e lo Stato dell’Illinois, tutti inaugurati lo stesso giorno e con tecnologie mai utilizzate prima. Walt Disney si assunse un grande rischio e spostò tutti gli sforzi del team degli Imagineers dai lavori su Disneyland ai progetti per l’Esposizione Universale, sperando di mostrare la famosa magia Disney su un palcoscenico mondiale.

its a small world world fair 1964“L’Esposizione Universale fu straordinaria, fu un vero trampolino di lancio per Walt Disney World in Florida e portò una grande crescita a Disneyland. Non conoscevamo i dettagli degli accordi presi da Walt con le ditte, ma interrompemmo i lavori per Disneyland per cinque anni. In seguito venimmo a sapere che come parte del contratto, Walt era proprietario di qualsiasi cosa noi avessimo prodotto per l’Esposizione Universale, quindi tutto quello che sviluppammo, anche il percorso per le barche di It’s a Small World nel padiglione della Pepsi, lo portammo a Disneyland come nuova attrazione. Era stata una brillante operazione di marketing da parte di Walt.”

Oltre a partecipare alla stesura dei testi per l’Esposizione Universale, Sklar scrisse il copione della narrazione di Walt Disney per la mostra del padiglione della Ford: era lui il collegamento tra Disney e le ditte sponsor. Per creare il padiglione della Ford passò tre settimane girando per la Ford Motor Company per cercare di capire cosa volessero comunicare. “Mostrateci come una compagnia internazionale e innovativa” era il messaggio, e a Sklar venne chiesto di comunicarlo in un formato 3D. I risultati – e l’Esposizione Universale nel complesso – vennero visti come un enorme successo e posero le fondamenta per le successive collaborazioni commerciali di Disney. L’eredità di queste prime collaborazioni si può vedere oggi nelle importanti esperienze di brand create da ditte come la BRC Imaginations Arts, che tra l’altro ha appena terminato la progettazione di un coinvolgente tour dello stabilimento Ford.

world_fair_technology-1“Con Epcot avevamo bisogno di sponsor per sostenere i costi. Quando aprimmo nel 1982 avevamo molte grandi compagnie come sponsor: GM, Exxon, Kraft Foods e AT&T. L’Esposizione Universale del 1964 ci permise di capire cosa dovevamo fare per vendere Epcot. Acquisimmo la capacità di lavorare con grandi aziende, e le compagnie potevano vedere dall’Esposizione cosa potevamo fare per loro.”

Ama ciò che fai

Nonostante le collaborazioni con grandi compagnie, non c’è mai stato nessun dubbio su quale fosse l’azienda che prendeva le decisioni. “Ci assicuravamo che la gente capisse che nei parchi Disney, era Disney che creava tutto e gli sponsor presentavano gli show. Così il sistema che sviluppammo, all’inizio di Walt Disney World, era mettere il nome dell’attrazione, seguito da “presentato da…”. Non mettevamo mai il nome dell’azienda per primo, abbiamo sempre voluto che la gente sapesse che era qualcosa creato da Disney!”

L’ottantunenne Sklar è impegnato in numerosi progetti. Recentemente ha pubblicato la sua autobiografia Dream It! Do It! (Sognalo! Realizzalo!) e alla fine di quest’anno arriverà il seguito One Little Spark! (una piccola scintilla). Inoltre ha scritto l’introduzione al libro del suo collega alla Disney Bob Gurr, il progettista di gran parte dei veicoli delle attrazioni Disney. Sklar è stato anche presidente della fondazione Ryman Arts, che ha contribuito a fondare 25 anni fa. L’organizzazione ha fornito borse di studio a 6000 studenti nella California del Sud grazie al programma Ryman per i giovani artisti.

Dopo 60 anni dal suo incontro con Walt Disney, che consigli può dare Sklar ai creativi della prossima generazione di attrazioni? “Dovete essere veramente entusiasti di quello che fate perchè così sarete più felici e ciò che disegnerete sarà migliore. La cosa più importante è fare quello che si ama e amare quello che si fa. Questo sarà sempre vero”.

Leggi l’articolo originale Intervista a Marty Sklar, per 30 anni a capo dei Disney Imagineers su Parksmania.

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